da Il Foglio:
Hermès, benchmark di ogni lusso possibile per ogni concorrente e in pratica per chiunque, notoriamente non pratica sconti, tantomeno organizza svendite; aprite qualunque manuale di marketing dei beni di lusso e lo troverete scritto a chiare lettere: il lusso non svende e il suo marchio di riferimento, che risiede in Faubourg Saint Honoré a Parigi, di questa strategia ha fatto una religione a cui chiunque, appena può permetterselo, aderisce. Zero sconti da Bottega Veneta, niente svendite da Gucci dal momento dell’arrivo di Marco Bizzarri sulla poltrona di ceo e della riqualificazione del marchio, eccetera eccetera, sostanzialmente per tutti o quasi. Tutto inconfutabile. Tranne una volta all’anno, in una sola città del mondo a turno, dove quello che si è sbirciato nelle vetrine molto giocose e colorate di Hermès, pelletteria esclusa si intende e soprattutto la Birkin, l’unica borsa a cui siano stati dedicati dei romanzi e nemmeno mal scritti, viene messo in vendita con uno sconto medio del 60-70 per cento.
Quest’anno, dopo un tempo che qualcuno calcola in un decennio, è toccato a Milano, la città che come New York non dorme mai ma perché deve comprare moda e tutto sommato è bello vedere che continui a farlo, e Roma alle Officine Farneto.
Carré, cravatte, oggetti per la casa, abbigliamento, calzature e le coperte di alpaca, cashmere e merino alte due dita. L’inaccessibile (quasi) accessibile perfino in tempi di Covid che, infatti, credevamo avrebbe limitato l’assalto. Ci sbagliavamo. Hermès batte Covid 2 a 0, e questo nonostante il numero chiuso, la prenotazione obbligatoria, la misurazione della temperatura e la disinfezione, l’ingresso scaglionato, le doppie mascherine di quasi tutti, la falange di guardie nerovestite, le corsie delimitate da nastri e divisori come negli aeroporti, il limite imposto di quattro pezzi per tipologia per evitare l’accaparramento e soprattutto la proibizione assoluta di scattare fotografie, e questo non perché il set non fosse stato studiato al millimetro, cassettiere di lacca e venditrici con felpina arancio, poco trucco e capelli raccolti comprese, ma per evitare che gli oggetti fossero smerciati in qualche modo al di fuori del percorso e dei nomi stabiliti.